19 Aprile 2024
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Spazi liminali: transizione e nuove identità

Nella vita di ogni persona ci sono fasi di transizione, che si collocano tra una condizione fisica o psicologica definita e una nuova ancora da definire. Per descrivere questa “condizione di mezzo” viene utilizzata la definizione di spazio liminale. Ma cosa sono gli spazi liminali?



Etimologicamente, la liminalità deriva dal latino limen - minis, che letteralmente significa soglia. Concettualmente dunque, liminale ha il significato di “confine”, dell'”appena prima” e può evocare il concetto di preparazione a un passaggio.







Liminalità in antropologia

Il concetto di liminalità fu sviluppato dall'antropologo Arnold Van Gennep nei suoi studi sui riti di passaggio. Lo spazio liminale, in Van Gennep è studiato in relazione ai mutamenti che la persona vive all'interno del proprio sistema sociale di appartenenza e di cui quest'ultimo è testimone.



Pensiamo ai riti di alcune culture che celebrano il passaggio del bambino a giovane adulto, alla nascita, al matrimonio o alla morte. Sono tutti status a cui si arriva attraverso riti di passaggio che Van Gennep suddivide in tre fasi:



la fase della separazione, come ad esempio la morte o la fine dell'infanzia;

la fase del margine (o fase liminale), come il lutto o la gravidanza;

la fase dell'aggregazione, in cui si ristabilisce un nuovo equilibrio dato da nuove condizioni (ad esempio la nascita di un figlio).

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